Ricordati che qualsiasi momento è buono per cominciare. Apprendi dagli audaci, dai forti, da chi non accetta compromessi, da chi vivrà malgrado tutto. Alzati e guarda il sole nelle mattine e respira la luce dell’alba. Tu sei la parte della forza della tua vita. Adesso svegliati, combatti, cammina, deciditi e trionferai nella vita; Non pensare mai al destino, perché il destino è il pretesto dei falliti.
Cari lettori, eccoci a un’altra uscita della nostra rubrica The Whispering Room!
Protagonista di oggi è Come cani sciolti di Maria Donata Tranquilli, un romanzo in arrivo a fine mese per Delrai Edizioni che farà parte della Collana Orion. In attesa di approfondire insieme all’autrice vi lascio i tag dedicati al libro: crime, gang, narrativa, urban, USA.
Sono certa di avervi incuriosito con questa piccola presentazione, non perdetevi l’intervista con per saperne di più!
Editore: Delrai Edizioni
Data di uscita: 31 gennaio 2025
Pagine: 250
Prezzo: 15.90 €
Bronx, 1976.
Daniel assiste all’esecuzione di suo padre per mano del mafioso italiano Vitali. È troppo giovane e impotente di fronte al gelido assassino, ma il senso di colpa per essere rimasto immobile a subire un tale sopruso inizia a divorarlo.
Sopraffatto dagli eventi, deve assumersi la responsabilità della famiglia, perciò abbandona gli studi e inizia a lavorare come lavapiatti.
Durante il blackout del 1977, viene coinvolto dalla gang messicana dei Los Chicos in una rapina e, proprio in quell’occasione, incontra l’assassino del genitore. Il fuoco della vendetta torna a bruciare e Daniel deciderà di adoperarsi con ogni mezzo per farsi giustizia.
Sopravvivere e seguire il suo scopo non è un cammino semplice: scendere a patti con la violenza è l’unica soluzione possibile.
#Bottaerisposta
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Com’è nata l’idea di Come cani sciolti?
L’idea di Come cani sciolti è nata dal desiderio di raccontare una storia autentica, ispirata alla vita di una persona che ho avuto modo di conoscere da vicino. Le sue esperienze, le difficoltà e le sfide che ha affrontato mi hanno colpito profondamente e mi hanno spinto a esplorare temi universali attraverso il suo punto di vista. Non si tratta di una biografia, ma di una narrazione che prende spunto dalla sua vita per creare una storia che spero possa risuonare con i lettori.
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C’è un episodio che le si è delineato prima degli altri?
No, la storia è nata da un processo di progettazione mirato. Ho iniziato individuando le dinamiche che ritenevo meno adatte alla narrazione che volevo sviluppare e le ho eliminate. Successivamente, ho lavorato su quelle che mi sembravano più interessanti, modificandole e adattandole alla domanda drammaturgica che desideravo esplorare. È stato un percorso di riflessione e aggiustamenti per costruire una trama coerente con l’idea di base.
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Ci parli un po’ dei suoi personaggi?
I miei personaggi prendono forma attraverso un processo molto strutturato. Non sempre nascono definiti: alcuni si delineano in modo chiaro fin dall’inizio, mentre altri richiedono tempo e diversi riadattamenti per trovare il giusto equilibrio. In fase di progettazione, mi concentro sulle loro motivazioni e sul ruolo che devono ricoprire nella storia, verificando che ogni loro azione sia coerente con il contesto e contribuisca alla trama. Quando un personaggio non funziona, torno indietro, analizzo i punti critici e faccio delle modifiche. È un lavoro di precisione, in cui ogni elemento deve servire al fine ultimo del racconto
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Come mai ha scelto d’ambientare il romanzo alla fine degli Anni Settanta?
Ho scelto di ambientare il romanzo alla fine degli Anni Settanta perché si tratta di un periodo storico ben documentato, che mi ha offerto una solida base di riferimento per ricreare le dinamiche socioculturali necessarie alla storia. Questo mi ha permesso di sviluppare un contesto credibile e autentico, fondamentale per immergere il lettore nell’atmosfera del tempo e supportare la narrazione in modo efficace.
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Ha incontrato difficoltà nella stesura del libro?
Assolutamente sì. Durante la prima stesura, alcune scene risultavano eccessivamente forti e rischiavano di mettere troppo a disagio il lettore. Ho lavorato per alleggerirle e, al contempo, ho ricalibrato il protagonista, rendendolo meno Villain di quanto lo avessi immaginato inizialmente, così da mantenere un equilibrio nella narrazione.
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Se dovesse associare una canzone al suo romanzo quale sceglierebbe?
Non saprei indicare una canzone precisa. Quando scrivo, preferisco lavorare con suoni bianchi di sottofondo, perché mi aiutano a isolarmi dai rumori esterni e a mantenere la concentrazione, senza che una melodia o delle parole influenzino le emozioni che cerco di trasmettere.
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Quali sono i suoi progetti per il futuro?
Attualmente sto lavorando a un thriller ambientato in Svezia, che intreccia elementi delle saghe norrene e del paganesimo, temi che stanno riemergendo nel nord Europa. È un progetto che mi appassiona molto e su cui sto investendo grande attenzione.
#Conosciamol’autrice
Maria Donata Tranquilli nasce a Civitavecchia, in provincia di Roma, nel 1983. Da sempre
appassionata di boxe, coltiva ancora il sogno di diventare istruttrice di pugilato. Ha una
passione sfrenata per la cultura anni Ottanta e per gli Stati Uniti d’America, sui quali ha
incentrato gli studi. Il suo obiettivo è raggiungere New York City e vedere dal vivo i luoghi
che ha scoperto e approfondito su carta.